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sabato 16 gennaio 2010

Haiti dal punto di vista dei giovani

Ciao a tutti ragazzi,

immagino che tutti abbiate sentito parlare in questi giorni del devastante terremoto che ha colpito Haiti. Probabilemente molti non sanno, o non sapevano, molto su questo Stato.
Haiti è situata nella parte occidentale di un'isola nel Mar dei Caraibi (America centrale), confinante con la Repubblica Dominicana. È sempre stato un Paese abbastanza povero. Ebbene come se ciò non bastasse, una violenta catastrofe naturale si è abbattura su questa terra : un terremoto di grado 7.3 della scala Richter.
Precisamente alle 16.53 (ora locale) si è verificato questo devastante terremoto, seguito da scosse sismiche via via meno forti. Molta gente non ha fatto nemmeno in tempo ad uscire dalle loro abitazioni, restando così coperti dalle macerie. Fortunatamente altri sono riusciti a fuggire dalle case rifugiandosi per la strada. Inoltre si temeva il peggio : la possibilità di verificarsi un maremoto era alta, ma fortunatamente non è stato così.
I danni più rilevanti si sono verificati nella capitale del Paese, Port-au-prince.
Adesso tutto il mondo si è mobilitato per dare aiuto ai superstiti e per cercare di soccorrere le persone ancora vive sotto le macerie. Le condizioni non sono delle migliori : l'aria è pessima, c'è molto caldo e si potrebbe morire per disidratazione, non c'è più un governo che possa dirigere i soccorsi, le risorse alimentari scarseggiano.

Questo ormai l'avrete sentito molto, perciò non voglio dilungarmi molto per raccontarvi la situazione disastrata - per questo fanno già molto i mass media -, ma vorrei parlare della catastrofe dal nostro punto di vista, quello dei giovani.

Quanti ragazzi ci sono della nostra stessa età se non più piccoli? Alcuni hanno dovuto aspettare poco perchè venissero soccorsi, altri anche interi giorni, ricoperti dalle macerie, senza acqua né cibo, senza nessuno, soffrendo sia fisicamente sia emotivamente. Solo la speranza che qualcuno li salvasse e la voglia di continuare a vivere gli teneva compagnia. Ma forse la pena più grande li ha aspettati dopo : alcuni si sono ritrovati arti da mutilare, o comunque gravi danni al fisico. Altri, ahimè, non ce l'hanno fatta.
Per coloro che adesso sono salvi, li aspetta una lotta contro il dolore di aver perso un parente o un amico, contro la fame e la sete, alla ricerca della felicità per il momento impossibile. L'UNICEF sta già lavorando per garantire un futuro migliore a questi ragazzi.

Anche se non c'è molto da dire a riguardo, fate sentire come la pensate
A presto con un nuovo post,
Your reporter

1 commento:

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